etica dei hwarang

I Cavalieri Hwarang sono parte fondamentale della cultura epica coreana. Il loro coraggio leggendario, le storie relative alle loro gesta e la loro filosofia guerriera hanno attraversato i secoli permeando la maggioranza delle Arti (marziali e non…) della nazione coreana. In particolare, questa pagina, prende in considerazione i cinque principi denominati "Oh Kae". Lo sviluppo di tale codice etico di comportamento si deve al monaco Won Kwang Bopsa che lo impose ai suoi giovani discepoli Hwarang Kwi San e Chu Hang (613 D.C.). I due guerrieri chiesero, in tale occasione, al saggio di consegnare loro delle regole di comportamento e d'onore che avrebbero potuto condurli sulla giusta via per il resto della loro vita. Il Monaco rispose che sebbene ci fossero già i 10 comandamenti per l'ordinazione buddista loro non avrebbero mai potuto seguirli completamente per il particolare incarico che ricoprivano, quindi ne estrasse solo 5 e precisamente: "servi il tuo re con fedeltà", "accudisci i tuoi genitori con cura filiale", "tratta i tuoi amici con sincerità", "non ritirarti mai in battaglia", "discrimina quando uccidere".

Gli Oh Kae nel Hwa Rang Do® riprendono tali comandamenti come segue:

1) Sa Gun E Choong – "Fedeltà alla propria patria"
2) Sa Chin E Hyo – "Fedelta ai genitori ed agli insegnanti"
3) Kyo Woo E Shin – "Fiducia e fratellanza tra amici"
4) Imejon Mutwae – "Coraggio di non arretrare di fronte ai nemici"
5) Salseang Yootaek – "Non uccidere senza la necessità"

Di seguito si va a considerare una loro interpretazione per il praticante di Arti Marziali:

La prima regola è SA GUN E CHOONG - FEDELTA' ALLA PROPRIA PATRIA. La Patria rappresenta allo stesso tempo gli ideali personali e la comunità cui si appartiene (o cui si ambisce di appartenere). Nel caso del praticante di Arti Marziali uno degli ideali fondamentali che gli sono propri è chiaramente l'Arte, mentre la comunità di appartenenza è l'Associazione relativa all'Arte stessa. Considerando invece un militare si può dire che uno degli ideali alla base della sua attività è la nazione che si serve, mentre la comunità può essere il particolare corpo militare, il popolo della stessa nazione, ecc.. La capacità di credere in ideali positivi e di onorare il corrispondente gruppo di persone che crede negli stessi ideali costituisce uno dei modi fondamentali per risultare utili a tutta la società umana. Da un punto di vista più pratico la lealtà ad un ideale corrisponde al rispetto delle regole che sovrintendono la comunità retta l'ideale stesso cui si appartiene. Questo naturalmente non è sempre facile perché tali regole (fatte per il bene di tutti i componenti della comunità) possono richiedere il sacrificio del singolo, da cui la necessità di avere un carattere forte e la convinzione di stare operando nel modo giusto.

La seconda regola è SA CHIN E HYO - FEDELTA' AI PROPRI GENITORI ED INSEGNANTI. I genitori sono simbolicamente le origini personali mentre gli insegnanti rappresentano la via che si segue per crescere nello spirito, nella mente e nel corpo. La fedeltà ai genitori indica quindi il fatto di dover sempre ricordare chi siamo e da dove siamo venuti. Nella vita, infatti, commettiamo un congruo numero di errori e nella maggioranza dei casi vorremmo obliarli in quanto costituenti una parte di noi che non apprezziamo molto. Questa regola dice che dobbiamo operare in maniera completamente opposta in quanto solo la meditazione su di essi ci potrà meglio far capire noi stessi e come non sbagliare successivamente. Non bisogna dimenticare che siamo ora il risultato dei nostri errori passati assieme ai numerosi tentativi di correggerci. La lealtà ad un insegnante e quindi ad una via di vita indica prima di tutto che bisogna comprendere l'importanza di essa, la sua esistenza ed il fatto che altre persone (migliori o peggiori di noi) hanno provato in precedenza a percorrerla. Alcune di tali persone possono essere delle buone guide ed una volta deciso di percorrere tale via bisogna impegnarsi a prescindere dalle difficoltà che si incontrano. Naturalmente la via (e quindi anche la guida) devono essere scelti con attenzione e convinzione perché il percorrerla sarà duro ed è nostro dovere impegnare tutte le energie nella direzione che riteniamo migliore (è una questione di rispetto per se stessi).

La terza regola è KYO WOO E SHIN - FIDUCIA E FRATELLANZA TRA AMICI. Il modello medio vincente nella società attuale si riassume nelle tre parole: Sesso, Soldi e Successo, dove per successo si intende quanto di più negativo, ossia la possibilità di essere al di sopra degli altri esercitando una qualche forma di potere. Purtroppo non si capisce che tale modello nasconde un terribile effetto secondario cioè la solitudine interiore (e talvolta anche quella esteriore: pensate all'attuale difficoltà nel trovare un buon amico - è una rarità). Il problema è che se riteniamo il successo a scapito degli altri un obiettivo di vita non si può chiedere a nessuno di avere fiducia in noi e quindi i rapporti di amicizia e d'amore in genere sono esclusi a priori. In tale direzione l'unica speranza è quella di rimanere sufficientemente forti quanto più a lungo possibile perché nella debolezza il modello di cui sopra diviene fagocitante annichilendo il suo propugnatore. L'amicizia e l'amore si trovano facilmente quando si opera per il bene sociale ed in tale bene si trova anche la possibilità di sopravvivere quando si è deboli perché un vero amico è interessato solo al nostro bene (fratellanza). Naturalmente il nostro dovere è quello di aiutare tutti ed a maggior ragione gli amici veri perché essi sanno di poter contare su di noi (fiducia).

La quarta regola è IMJEON MUTWAE - CORAGGIO DI NON ARRETRARE DI FRONTE AI NEMICI. Le persone mostrano il vero coraggio (e quindi quello che sono veramente) solo quando fronteggiano dei problemi più grandi di loro. Prendere decisioni quando non si hanno responsabilità è un fatto immediato e leggero, sfortunatamente possiamo capire quanto abbiamo appreso dalla realtà solo quando ci troviamo di fronte ad una situazione negativa. In tale situazione, infatti, non si può utilizzare la "maschera formale esterna" (tutti usufruiscono di una maschera di comodo) in quanto non se ne ha il tempo ma si è costretti ad impiegare la propria energia interna e le proprie motivazioni. Il coraggio, da questo punto di vista è soprattutto fiducia in se stessi. Se si vuole affrontare qualcosa di più grande di noi dobbiamo prima di tutto riconoscere il cuore del problema e concentrare tutti i nostri sforzi in tale direzione senza preoccuparsi della possibilità di fallire.

La quinta regola è SALSEANG YOOTAEK - NON UCCIDERE SENZA NECESSITA'. Nella nostra vita dobbiamo cercare il bilanciamento sia degli aspetti interni che di quelli esterni questo perché solo l'equilibrio può guidarci verso la giustizia. Nelle Arti Marziali, ad esempio, il praticante, dopo anni di duro lavoro, diviene un'arma vivente per cui, potenzialmente può far del male alle persone che lo circondano senza grossi problemi. La domanda fondamentale è "perché no?", ossia perché il praticante deve scegliere spontaneamente di non fare del male a nessuno se non in situazioni estreme? La ragione è che un buon praticante di Arti Marziali è una persona completa con una personalità bilanciata che gli impone di sfruttare le sue tecniche al meglio e solo per opporsi a situazioni negative (rispetto ai principi morali in cui si crede). In questo c'è anche un principio di minima energia: il praticante deve impegnarsi a risolvere situazioni negative con il minimo dell'energia possibile, dato che un eccesso (uno squilibrio…) in tal senso finirebbe solo per trasformare una situazione negativa in un'altra.


buddismo e
Hwa Rang Do®

L'influenza buddista nel codice etico Hwarang è evidente come anche è chiaro l'adattamento che delle regole è stato fatto al fine di consentire l'applicazione combattiva.

Il buddismo e la sua relazione con la "vita" anche in senso lato sono famosi. L'antinomia con il fatto di combattere risalta molto ma i Hwarang hanno lo stesso basato i loro principi su una potente base spirituale.

Il motivo è chiaro, la spiritualità è una forza motivatrice come poche e quello che riesce a tirar fuori dalle persone non è paragonabile a nessun motivo materiale o ideologico.

Riguardo i 3 elementi riconosciuti nel Hwa Rang Do® (corpo, mente e spirito) bisogna ricordare che: il corpo soggiace alle mente, la mente allo spirito.

filosofia del
Hwa Rang Do®

Le ragioni e gli obiettivi alla base della motivazione alla pratica della maggioranza di coloro che studiano le Arti Marziali sono focalizzate su due idee fondamentali: l'apprendimento di un congruo numero di tecniche marziali ed il desiderio di stare bene in salute. Entrambi tali obiettivi non sembrano determinare direttamente qualcosa di negativo per i praticanti: infatti, cosa c'è di male nell'apprendere molte tecniche anche da diverse Arti Marziali quando il livello tecnico personale ne beneficia sicuramente? Cosa c'è di sbagliato nell'adattare l'Arte appresa ai tempi attuali per riproporla meglio al pubblico ed ottenere così un buon prodotto commerciale aumentando gli introiti? Il problema fondamentale è nella perdita delle tradizioni marziali che hanno attraversato i secoli attraverso la fedeltà ed il sacrificio di grandi praticanti i quali hanno pensato prima alla crescita dell'Arte e poi alla soddisfazione dell'ego. Con lo scemare delle tradizioni marziali, i nomi delle Arti moderne hanno perso il loro significato pregnante divenendo termini generici. Karate, Tae Kwan Do, Hapkido, Kung Fu, ecc. non si riferiscono più a specifiche identità marziali ma a classi di stili in dinamica variazione. In questo modo non è possibile, ad esempio, garantire la qualità del praticante di Karate, Kung Fu, ecc. perché ogni maestro fondatore di un suo stile di Karate, Kung Fu, ecc. ha un concetto di qualità che è personale e prescinde da un punto di riferimento comune. Il trend di questo approccio personale alle Arti Marziali è la futura disintegrazione delle Arti che, perdendo di identità per l'integrazione di tanti elementi non propri assorbiti da altri stili, tenderanno a divenire tutte uguali ossia un miscuglio informe di tecniche. Ogni Arte Marziale contiene, in quanto Via di crescita, specifiche tecniche, regole, uniformi, filosofie comportamentali, ecc. Non si tratta solo di conglomerati più o meno coerenti di tecniche di combattimento ma di veri e propri modi di vivere, agire, ecc.. Se un praticante si occupa solo di apprendere tecniche di combattimento può essere un bravo sportivo oppure un combattente di strada ma non può dichiararsi praticante di Arti Marziali.

La Via che l'Arte rappresenta coinvolge molti più aspetti di un semplice insieme di tecniche di combattimento ed è a tale proposito che sono stati riportati di seguito gli aspetti filosofici caratteristici del Hwa Rang Do®, in maniera da rendere evidente lo spirito di questa Arte.

Lo sviluppo del carattere è l'obiettivo più importante per il praticante di Hwa Rang Do® e le regole ed i principi di cui questa Arte si fa portatrice aiutano a svilupparne uno forte e consolidato. Tali principi sono contenuti nei Hwa Rang Do® Meng Sae che sono composti dalle cinque regole dell'antico codice Hwarang:

Hwarang Oh Kae
1) Sa Gun E Choong – "Fedeltà alla patria"
2) Sa Chin E Hyo – "Fedelta ai genitori ed agli insegnanti"
3) Kyo Woo E Shin – "Fiducia e fratellanza tra amici"
4) Imejon Mutwae – "Coraggio di non arretrare di fronte ai nemici"
5) Salseang Yootaek – "Non uccidere senza la necessità"

e dal codice etico del Fondatore Dr. Joo Bang Lee che viene normalmente sintetizzato nei seguenti nove principi cui se ne aggiungono altri ulteriormente esplicativi:

Hwa Rang Do® Kyohoon
1) In – Umanità
2) Uei – Giustizia
3) Yae – Cortesia
4) Ji – Saggezza
5) Shin – Fiducia
6) Sun – Bontà
7) Duk – Virtù
8) Choong – Lealtà
9) Yong – Coraggio

Di seguito le approfondite interpretazioni:

IN - Umanità - Le persone devono comprendere il senso dell'umanità al fine di massimizzare il proprio potenziale umano. Bisogna capire quali sono le qualità che ci distinguono dalle altre creature viventi, ossia l'essenza del nostro essere e la connessione con l'ordine naturale dell'universo. La maggioranza delle religioni e delle morali filosofiche hanno già espresso giudizi sul "modo" in cui una persona dovrebbe vivere: essere buoni, altruisti, cortesi, giusti, ubbidienti, responsabili, pietosi, collaborativi, compassionevoli, ecc. La vera comprensione di queste indicazioni morali è necessaria al fine di rendere la società nella quale viviamo armoniosa e quindi migliore. In particolare gli artisti marziali devono comprendere in profondità tali principi sia in quanto parte della società, sia perché rappresentanti di una precisa identità: quella dell'Arte Marziale praticata. Sono necessari forza e molto coraggio per il praticante al fine di dedicare se stesso al bene della propria Arte. Le persone difficilmente vivono isolate e quindi devono servire positivamente la propria comunità, l'Arte e conseguentemente l'intera società umana assicurando il bene delle future generazioni. Ogni cosa è governata da regole e procedure al fine di stabilire un ordine. Proprio a tale fine dobbiamo fare attenzione ai gradi ed ai titoli esistenti nelle Arti Marziali. L'armonia si può ottenere comprendendo forza e debolezza, piacevole e spiacevole e soprattutto capendo come "se stesso" rientri nel e possa migliorare "il tutto". Quindi la creazione di una struttura gerarchica e cioè di un ordine occorre per dare ad ognuno una collocazione ed un obiettivo precisi da perseguirsi con rettitudine. Prima di tutto il praticante deve trovare armonia in "se stesso" per poi applicare lo stessa tecnica di ricerca nella comunità in cui vive per realizzare la sua collocazione nell'ordine naturale della vita. Il problema, purtroppo, è che tale processo di armonizzazione non segue spesso tale progressione. La saggezza in vita è sempre guadagnata tardi, dopo molte esperienze ed inevitabilmente dopo aver attraversato difficoltà e dolori. Per questo motivo è necessario avere dei buoni maestri in vita e seguirne le indicazioni. Coloro che comprendono l'antica saggezza, il valore delle tradizioni, la necessità di cambiare per migliorare possedendo visione chiara del futuro sullo specchio del passato, costoro sono dei buoni maestri e possono guidare l'allievo nella giusta direzione esaltandone tutte le potenzialità. In una vera Arte Marziale, la crescita nella direzione della saggezza è segnata dai gradi e dai titoli, come dovrebbe essere in ogni civiltà che si rispetti. Gradi e titoli non devono servire a fermare o standardizzare la crescita dei praticanti ma piuttosto devono costituire un punto di riferimento per se stessi e per gli altri. Raggiungere un grado è una sfida ed un obiettivo (intermedio) cui bene si adatta l'indole umana in quanto abituata a pensare "in piccolo". Gradino dopo gradino la visione si allarga e la ricerca inizia ad orientarsi verso la saggezza: vero ultimo grado e titolo. Il grado o titolo che acquisiamo rappresenta la nostra posizione nella comunità in cui viviamo e quindi maggiore è il grado più grande la responsabilità verso coloro che ci stanno vicini. Naturalmente ci si può proclamare maestri, istruttori e perfino profeti ma bisogna ricordare che nessun titolo valido potrà mai essere auto-proclamato. Anche nel caso della creazione di una nuova ditta, il finanziere può proclamarsene presidente ma il suo titolo acquisterà valore solo dopo che quello della ditta stessa avrà acquisito fama positiva grazie al suo operato. I titoli veri sono guadagnati con difficoltà e presentati alla comunità in cui si vive. Anche negli sport esistono dei gradi di abilità perché sono necessari a creare ordine. Si deve avere rispetto dei gradi acquisiti ed esserne orgogliosi in onore del sacrificio proprio e dei propri insegnanti per ottenerli. Il reale valore del grado è stabilito dalle azioni del possessore ed è nullo se questi non agisce con coerenza morale nei confronti del livello riconosciutogli. Non bisogna vantare falsi ed inutili titoli perché in questo modo si disonora l'intera comunità marziale e la memoria dei praticanti che hanno faticato per far sopravvivere l'Arte Marziale stessa.

UEI - Giustizia - L'universo conosciuto è governato da regole naturali che, secondo la teoria Um e Yang, impongono che ad ogni aspetto positivo ne corrisponda uno negativo suo complementare. Il positivo è spesso associato con la bontà ed il negativo con la cattiveria ma in ogni caso, positivo e negativo si riferiscono all'energia ed alle forze naturali che devono coesistere al fine di creare equilibrio. Il controllo della risposta a queste forze naturali determina il raggiungimento dell'armonia, sia essa di natura buona o cattiva. La religione, la società, lo stato, la famiglia sono tutti enti governati da un proprio insieme di regole che dovrebbe costituire la base per una vita armoniosa all'interno di una specifica comunità. Il praticante può partire alla scoperta della "vera legge" solo dopo aver conosciuto il rispetto per le "leggi umane". Quando le regole vengono infrante l'equilibrio della vita si altera e l'armonia distrutta. Come individuo appartenente ad una società è necessario attenersi a delle precise regole di moralità umana al fine di vivere una vita onorevole e farne beneficiare gli altri e le generazioni a seguire. Le regole morali possono essere comunque differenti da quelle della terra in cui si vive. Quando si infrangono le leggi della nazione si può essere puniti legalmente ma per le regole morali è solo l'onore personale a risentirne. Se si commette un atto moralmente ingiusto ci può non essere punizione formale e legale ma le conseguenze possono potenzialmente essere molto peggiori. Un artista marziale (un guerriero) deve essere motivato dall'onore personale e non dalla paura di essere punito. "Fare il giusto per il piacere di farlo" è la massima nobiltà di una persona. Nessuna polizia, punizione o stato devono risultare necessari per disciplinare le nostre azioni ma solo la nostra coscienza. Esiste poi una legge superiore a quella creata dagli uomini che cambia in dipendenza della nostra fede ma i cui principi di condotta sono sempre gli stessi: di tale verità ogni individuo dovrebbe fare oggetto di ricerca. L'artista marziale deve costantemente sforzarsi di comprendere questa grande verità attraverso il continuo studio e la riflessione sui propri comportamenti incorporando i risultati nella propria vita e condividendo quanto appreso con gli altri. L'Arte Marziale è una delle ultime discipline in cui l'onore è tenuto in così alta considerazione ed è nostro dovere assicurarne la longevità. Bisogna seguire rispettosamente le regole naturali della moralità umana ed in particolare, come membro di una particolare Arte, bisogna rispettare l'insieme di leggi stabilite da coloro che reggono la tradizione dell'Arte stessa. Studiare le Arti Marziali non vuole dire solo approfondire delle tecniche di combattimento. Tutte le Arti Marziali degne di questo nome si basano su principi morali universali seguendo i quali si riesce a vivere in armonia ed onorevolmente. Bisogna essere coraggiosi, modesti, fedeli, ubbidienti, rispettosi, onesti e rispettare dei sani principi morali: questo vuole dire vivere nella giustizia.

YAE - Cortesia - La cortesia è il modo in cui una persona tratta un'altra. È difficile comprendere il concetto di cortesia senza conoscere quelli di rispetto, fiducia e gentilezza. Essere cortesi richiede modestia e per essere modesti è necessario non essere egocentrici e quindi conoscere bene se stessi con tutti i propri punti di forza e le debolezze, cercando di stare in pace con "chi" e "cosa" si è, apprezzando l'importanza delle altre persone e del modo di interrelarsi con esse. L'essere cortesi è il miglior modo per creare armonia nella società umana. A causa della pratica delle Arti Marziali il praticante può facilmente acquisire un falso senso di orgoglio e coraggio che, spesso, conduce ad un grande egocentrismo. A meno che tale aspetto negativo non sia eclissato da una grande dose di umiltà, il praticante che costantemente si allena per trasformarsi in un arma vivente diviene un problema per la società, perché può arrivare ad impiegare le sue conoscenze per sopraffare persone più deboli. In tal senso un buon praticante di Arti Marziali deve imparare ad obbedire a delle regole di condotta e ad un'etichetta che esiste, in forme diverse, nelle maggiori Arti Marziali tradizionali. La pratica di questa etichetta è un continuo rimandare all'umiltà ed è per questo che le Arti tradizionali sono profondamente immerse in regole formali di comportamento le quali enfatizzano cortesia e rispetto.

JI - Saggezza - L'armonia nella società dipende anche dalla saggezza. Saggezza non è solo conoscenza ma, ancora più importante, esperienza di vita. Conoscere e comprendere sono due aspetti molto diversi: comprendere significa applicare la conoscenza appresa nella propria vita e scoprirne così il vero significato. La saggezza è l'abilità di prendere decisioni mediante la comprensione del passato, della condizione presente e delle possibili conseguenze per il futuro. È attraverso le decisioni che le persone modificano lo stato di armonia dell'universo ed è quindi attraverso la saggezza che si può ottenere una vita di successi. Troppe persone assumono di sapere e sono impazienti di scoprire la verità. La ricerca della comprensione è il mezzo per ottenere saggezza. Naturalmente le persone che hanno vissuto più a lungo dovrebbero essere più sagge ma non è sempre così. Una persona potrebbe essere vissuta lungo senza mai prendersi il tempo per riflettere sulle proprie azioni o sforzarsi di comprendere. Al contrario una persona giovane con la necessaria predisposizione e pazienza potrebbe cercare ed ottenere comprensione divenendo così molto saggia. I saggi non proclamano di esserlo. Coloro che non lo sono parlano a voce alta coprendo di rumore la propria ignoranza. Tutta la ricchezza del mondo non può comprare la saggezza. È un regalo della vita per chi la cerca. L'artista marziale non è solo un combattente, ma uno studioso della vita che si sforza di migliorarsi in ogni suo aspetto. In questo mondo c'è molto da imparare ma spesso le persone sono come pesci in una piccola pozza d'acqua che credono la loro minuscola piscina essere l'intero universo. Al contrario vi è molto da scoprire oltre i limiti della pozza. Quindi se pratichiamo un Arte Marziale dobbiamo sforzarci di ricercare saggezza. Dapprima bisogna scegliere con attenzione l'Arte e poi seguirla fino in fondo, anche nei momenti di difficoltà, fino a farla divenire un modo di vivere. Spendere la propria vita nella pratica dell'Arte che si è scelta per raggiungere il maggiore grado di abilità possibile: questa è la via della saggezza.

SHIN - Fiducia - La fiducia crea armonia e progresso sociale. La fiducia deve esistere tra moglie e marito, tra genitori e figli, tra insegnati e studenti, tra giovani e vecchi, tra amici, tra società differenti, tra governo e popolo, tra differenti paesi, ecc.. La fiducia permette di stabilire positive relazioni sociali. Il successo dei rapporti sociali richiede di aderire a precisi regolamenti o accordi tra le parti in gioco. Quando una delle parti viola tali accordi viene a perdersi la fiducia ed in tal modo il successivo stabilirsi di nuovi accordi o la ricerca di una collaborazioni divengono difficili. Ricevere quindi fiducia da qualcuno significa avere la responsabilità di stabilire e seguire le regole necessarie a conservare e curare tale sentimento. La fiducia degli altri si guadagna attraverso le proprie azioni. La fiducia deve essere data e solo le persone forti sono capaci di questo. Non è possibile dare e ricevere fiducia senza una adeguata comprensione dell'onore. Come praticanti di Arti Marziali dobbiamo vivere quotidianamente il concetto di onore e sviluppare un forte carattere personale in maniera tale da poter dare fiducia agli altri senza avere paura di rimanerne feriti. Nel mondo attuale il motto "non avere fiducia di nessuno" è comune a molti. Questo è un triste stato sociale in cui ogni individuo è chiuso in se stesso ed ha paura di dare fiducia agli altri perché è normale non mantenere le promesse avvantaggiandosi dei risultati a discapito degli altri. Questa è precisamente la ragione per cui l'artista marziale di oggi deve essere un esempio portando sani valori. Il carattere forte si sviluppa attraverso la disciplina. È molto importante imparare che esistono conseguenze negative immediate delle proprie azioni negative. Molte volte le conseguenze negative delle promesse non mantenute possono essere affrontate facendo confrontare le due persone coinvolte a patto che entrambe abbiano l'intenzione di comprendere e risolvere il problema. La fiducia è fondamentale nell'insegnamento delle Arti Marziali. Se non esiste fiducia tra insegnante e studente come possono costruire un forte senso familiare ? Inoltre, come è possibile insegnare pericolose tecniche di combattimento a qualcuno di cui non si ha fiducia ? ancora, come può no studente frequentare una scuola quando non ha fiducia degli insegnanti ? gli studenti devono avere fiducia nell'insegnante e viceversa. In tal modo potranno lavorare insieme a sviluppare l'onore personale e quello dell'Arte Marziale. Tale obiettivo è la fondamentale preoccupazione della maggioranza dei fondatori di Arti Marziali. Essi, infatti, insegnarono le loro tecniche marziali al pubblico intitolandole con uno specifico nome e quindi con una identità avendo fiducia negli allievi che avrebbero, nel tempo, sviluppato la reputazione e l'integrità dell'Arte potendola così tramandare di generazione in generazione. Bisogna essere fedeli alla propria Arte Marziale e solo allora si può mantenere il rapporto di fiducia tra insegnanti ed allievi. Attraverso tale fiducia il nome e l'identità dell'Arte passeranno positivamente alle future generazioni.

SUN - Bontà - A questo mondo esistono bontà e cattiveria ma le persone, anche le peggiori, hanno una naturale tendenza verso la bontà. Quando siamo nati i nostri genitori hanno altruisticamente dato loro stessi per il nostro bene. Anche i nostri insegnanti hanno dedicato la loro vita per lo sviluppo ed il miglioramento di una nostra positiva mentalità. Nello stesso modo i nostri anziani ci trasmettono la saggezza dei loro anni di esperienza vissuta. Naturalmente esiste anche la cattiveria in natura. Per le menti negative è naturale contrapporsi all'operato delle menti positive. Questa relazione di antagonismo esiste sempre tra bontà e cattiveria ma bisogna ricordare che generalmente la bontà genera altra bontà mentre la cattiveria altra cattiveria. La prigione, ad esempio, dovrebbe essere un luogo di recupero all'onestà ma, essendo un mezzo coercitivo in cui si accumulano tante energie negative, nella maggioranza dei casi porta i criminali a divenire ancora peggiori. Nonostante poi l'uomo possieda una naturale tendenza verso la bontà è davvero semplice cadere nella cattiveria. Quest'ultima, infatti è attraente perché promette una vita facile, fama, fortuna; al contrario bisogna ricordare che alla fine è solo utilizzando il nostro potenziale umano al massimo e lavorando duro che si può raggiungere un buon grado di successo in qualsiasi cosa ci si prefigga: "le scorciatoie sono le strade più lunghe". È importante scegliere con attenzione gli amici ed il luogo dove si studia e si cresce. Una mente positiva circondata da menti negative perde facilmente la sua tendenza alla bontà: "la persona più pulita lasciata cadere in un porcile assomiglia presto ad un maiale". Se vogliamo che ci capitino cose positive dobbiamo circondarci di persone positive e viceversa se ci circondiamo di persone negative ci accadranno solo cose negative. Per il nostro bene e quello della società nella quale viviamo dobbiamo quindi comportarci positivamente, essere altruisti, servizievoli, accumulare virtù, fare buon uso della nostra conoscenza, vedere il buono nel male, guidare positivamente gli altri, avere buone intenzioni, trattare le persone gentilmente, avere fede, avere uno spirito caritatevole, fare azioni buone in risposta ad azioni cattive ed avere la certezza che la bontà trionfa sempre. Tutte le Arti Marziali autentiche hanno alla base una mentalità positiva e questo è fondamentale. Le Arti Marziali sono come un coltello: se questo è tenuto in mano da un cuoco può produrre ottimi cibi ma se è sorretto da una mente negativa può solo danneggiare gli altri.

DUK - Virtù - Le virtù sono le qualità positive che sorreggono la nostra società. Noi dobbiamo possedere, coltivare e praticare virtù in ogni giorno della nostra vita. Conoscere il significato di avere grazia, carità, premura, imparare gli insegnamenti morali, comprendere il carattere delle persone, tutto questo vuol dire avere un ottimo carattere che può divenire la pietra d'angolo per creare onore e benessere. I maestri di Arti Marziali devono possedere virtù perché i loro studenti possano impararle facilmente tramite l'esempio. Questo è il motivo principale per cui gli insegnanti devono essere molto qualificati. Se un istruttore non può insegnare virtù non può insegnare Arti Marziali. Senza virtù gli studenti imparerebbero a combattere come delinquenti e sarebbe quindi impossibile per essi mantenere e sviluppare qualsiasi forma di onorabile identità propria e dell'Arte.

CHOONG - Lealtà - Nella società umana si possono individuare diverse identità importanti: la famiglia, la comunità, il paese, ecc.. Tali identità definiscono chi siamo come individui ed in base alla identità di appartenenza dobbiamo sottostare a dei precisi doveri. Il rispetto di tali regole ed il supporto che forniamo loro costituiscono il nostro onore personale. Per questo motivo dobbiamo essere fedeli alla nostra famiglia, alla comunità ed al paese. La nostra vita dovrebbe essere dedicata al miglioramento ed al benessere di tutte le identità di appartenenza. Quando il popolo di un paese è molto fedele alla patria il paese stesso è forte perché costruito su stabili fondamenta. Le persone devono dare il loro rispetto, servizio disinteressato, cooperazione e se necessario, la loro vita, per la protezione ed il benessere del paese di appartenenza. Naturalmente i capi del paese devono essere persone virtuose e forti che danno tutto loro stesse al popolo ottenendone indietro appoggio e fedeltà. Genitori, amici, insegnanti ed altri modelli di riferimento nella società dovrebbero insegnare la fedeltà tramite l'esempio. La mentalità marziale (militare) che dovrebbe apprendersi nel servizio militare è uno dei migliori elementi di insegnamento per imparare e sviluppare il senso della fedeltà e della appartenenza al paese. L'Arte Marziale che pratichiamo è anche la nostra identità marziale ed il suo nome è come quello del paese di appartenenza. In tal senso tradire la propria Arte a fini personali (come il guadagno) è pari al tradire la comunità o il paese. L'Arte deve avere un solo nome ed una propria identità che prescinde dai praticanti e deve essere controllata qualitativamente da un solo ente a ciò predisposto. La fedeltà non va data ad un particolare maestro ma all'Arte, nello stesso modo come la fedeltà alla patria è per la patria, non per un particolare leader politico. La differenza è notevole, in quanto l'essere fedeli all'ideale della patria permette di poter scegliere se seguire o meno il comportamento errato di un leader rimanendo fedeli, mentre la fedeltà incondizionata ad una persona costringe a seguirne l'esempio sempre. Bisogna lavorare duro per la continuazione dell'Arte assicurando di trasmetterla integra alle generazioni future di praticanti. Il dilemma tra l'importanza di se stessi e quella del tutto è stata molto dibattuta negli anni. Senza il tutto non c'è l'individuo e senza tanti individui non vi è il tutto. Vi è necessità di rendere l'individuo forte ed autosufficiente per poi fare in modo che serva la comunità massimizzando il beneficio per tutti. Quando si mostrano in pubblico le tecniche di diverse Arti Marziali sotto il nome di un proprio stile in realtà si fa del male a tutte le Arti praticate distruggendo la loro identità. Per rendersi veramente forti è necessario fare una scelta e praticare un'Arte fino in fondo, dando ad essa la propria lealtà. In questo modo tutta la comunità marziale cui si appartiene ne beneficia crescendo ed inoltre si ha la possibilità di migliorare qualitativamente in maniera elevatissima.

YONG - Coraggio - Nella vita quotidiana esistono sempre due categorie di oggetti e soggetti: deboli e forti. Per sostenere i valori morali e l'onore sono necessari forza e coraggio. Per cadere in azioni negative non occorrono sforzi e sono sufficienti le scuse ed i dubbi delle menti deboli. Bisogna imparare a credere in se stessi ed a scegliere un gruppo di appartenenza che dia forza ai propri credo. Nella mente umana esistono due tipi di coraggio: uno è il coraggio bruto che fa ricorso alla forza bruta. Questo tipo di barbaro coraggio è negativo perché causa danni alla società. L'altro tipo di coraggio è quello del cuore ossia la capacità di contrastare le avversità e restando sulle proprie convinzioni ad ogni costo. Questo tipo di coraggio è necessario per la società umana, per le famiglie e per il paese. Senza questo tipo di coraggio non può esserci un paese forte, una cultura forte ed una onorevole identità. Questo modello di coraggio e lealtà permette alle comunità di superare con successo il passare del tempo. È necessario che il praticante di Arti Marziali sviluppi un forte coraggio, senza di esso il debole individuo tenderà a sacrificare i suoi credo. In ogni circostanza bisogna mostrare forza e parlare davanti le persone evidenziando ciò che si ritiene giusto o sbagliato. Uno dei modelli di grande coraggio nel Hwa Rang Do® è "IL GEE DANG CHUN", un guerriero a cavallo contro mille nemici.

JONKYUNG - Rispetto - Il primo principio della moralità umana è l'umanità. Il senso di umanità è uno dei fattori più importanti nello sviluppo del carattere. Sarà questo senso che svilupperà il rispetto per la vita. La comprensione del rispetto è così importante perché crea le basi del carattere. Questa attitudine al rispetto riflette la comprensione dell'umanità, la connessione tra tutte le forme di vita e la fragilità della vita umana. Esistono tre principali sfere di rispetto: una è il rispetto per se stessi, l'altro per i propri genitori ed anziani e l'ultimo è il generico rispetto per gli altri. Bisogna rispettare se stessi amando chi e cosa siamo e se c'è qualcosa di noi stessi che non ci piace bisogna avere la disciplina ed il coraggio di cambiarsi al fine di divenire la persona che si vuole essere. "Conosciti" è un motto utilizzato dai maggiori insegnanti e leader della terra. Si deve ascoltare la voce interna e riconoscere chi e cosa siamo mentalmente, fisicamente e spiritualmente. Bisogna rispettare i genitori e gli anziani perché essi ci hanno dato la vita ed hanno permesso la nostra crescita. La loro saggezza è di molto superiore alla nostra per cui bisogna fare sempre attenzione ai loro consigli. I nostri genitori ci hanno portato su questo mondo ed hanno sacrificato parte della loro vita per proteggerci e farci star bene: il nostro dovere è fare lo stesso per essi nella vecchiaia. Bisogna rispettare gli altri con cortesia ed umiltà. Anche se una persona mostra un cattivo carattere bisogna trovare in esso qualcosa di positivo e rispettarlo come essere umano. Questo rispetto per gli altri può determinarsi solo quando si impara l'umiltà e si smette di giudicare ammettendo che anche noi abbiamo tanti difetti. C'è poi un grosso aspetto sociale riguardante il rispetto: senza rispetto la società umana non trova equilibrio e da questo provengono molti problemi civili e criminali. Con il rispetto è possibile vivere in armonia e creare una società positiva, quindi bisogna essere: modesti, umili, educati, cortesi, altruisti e responsabili. I praticanti di Arti Marziali devono imparare ad essere rispettosi ed umili perché imparano a fare del proprio corpo un'arma. Le tecniche che apprendono a tale scopo sono pericolose ed è per questo che il praticante deve sviluppare amore e rispetto per tutti.

MYOUNGYAE - Onore - Cosa fa di un uomo qualcosa di diverso da un animale ? quando un animale muore, tutto quello che lascia è il suo cadavere, quando un uomo muore lascia anche il suo "nome". Che il nome resti sinonimo di onorabilità o meno dipende dalle nostre azioni quotidiane. Tutto quello che abbiamo è una chance di rendere fruttevole la nostra vita e come tale di mantenere il nostro onore. Quello che facciamo e sopportiamo quotidianamente determina la qualità e l'onore della nostra vita. Per questo è così importante sviluppare un carattere forte. Il nostro onore è la nostra identità e l'identità è il "nome". Quello che otteniamo nella nostra vita non è per il nostro successo individuale ma anche per la famiglia e la comunità cui si appartiene. I questo modo contribuiamo a determinare il "nome" della nostra famiglia, del nostro paese, dell'azienda, e così via. Dobbiamo lavorare duro al fine di mantenere integre tali identità e migliorarle. Le famiglie, i paesi, le aziende, le comunità marziali, sono gruppi di persone che si riuniscono sotto un "nome" e che quindi creano una specifica identità che si collega direttamente a tale "nome". Tutti i membri di una stessa famiglia sono orgogliosi di appartenervi e si preoccupano di tramandare il nome di essa di generazione in generazione. Questo è il motivo per cui bisogna spendere l'intera propria vita nella cura e sviluppo delle identità di appartenenza. Riguardo le Arti Marziali questo significa che bisogna scegliere l'Arte cui si vuole appartenere e dedicargli la vita intera. Anche se sono state praticate diverse Arti è importante sceglierne una e portarla avanti per il resto della vita difendendone l'onorabilità. I praticanti di Arti Marziali non dovrebbero mai darsi dei gradi da soli o crearsi delle Associazioni personali. Se si segue un'Arte Marziale degna di tale nome bisogna acquisire i gradi direttamente dal Fondatore o da coloro che Egli ha incaricato a tale scopo. In tal modo si collabora a rendere forte l'identità e la qualità della comunità marziale cui si appartiene. Nello stesso modo gli insegnanti di Arti Marziali non dovrebbero miscelare tecniche di differenti Arti oppure sostenere che nella loro scuola si apprendono contemporaneamente, nella stessa lezione, diverse tradizioni marziali. Un tale insegnante si comporta in maniera poco onorevole e non segue la vera via dell'Arte Marziale. Miscelando diverse Arti si ottiene solo di intaccare l'identità di ognuna di esse. Bisogna seguire una tradizione per mantenerla integra ed onorevole: questo è vivere con onore.

SUNJONG - Obbedienza - L'obbedienza è uno dei fattori più importanti nel preservare la tradizione di un'Arte Marziale. La vita umana è come un fiore: parte da un seme che piantato si sviluppa e fa stelo e foglie, raggiunge la maturità, fiorisce per poi appassire lasciando cadere per terra un nuovo seme. Il fiore appassito, i suoi steli e le sue foglie cadono a terra e divengono concime per il nuovo seme che cresce sfruttando la passata vita della pianta madre. Bisogna avere rispetto e conoscenza di questo processo. La relazione tra pianta madre e figlia è la stessa di quella che esiste tra gli elementi di una famiglia. Nello stesso modo tra Maestro ed allievo di Arti Marziali esiste una relazione genitore-figlio. Il Maestro da tutta la sua esperienza e conoscenza agli allievi ed al solo scopo del successo e beneficio della prossima generazione. Proprio in base al fatto che genitori e parenti danno tutto ai propri figli ed allievi senza nessun tornaconto personale, i figli devono portare rispetto ed obbedire volontariamente. Tale obbedienza è ancora più importante per le Arti Marziali in quanto il Maestro fa dell'allievo una potenziale arma. Se lo studente usa tale potenzialità negativamente danneggia la società umana gettando un seme negativo. Così, senza insegnare la giusta filosofia, il Maestro finirà per danneggiare la vita dello studente e l'intera società. Per questo motivo il Hwa Rang Do® richiede al praticante fermezza obbedienza, pazienza, rispetto, fedeltà ed onore.

UEIMU - Dovere - La civiltà umana ha introdotto il concetto di dovere in ogni società: per i genitori che ci hanno messo al mondo ed hanno avuto il dovere di aiutarci e guidarci; per gli insegnanti che hanno trasmesso conoscenza e forte senso morale i quali sono la base di quello che si diviene da adulti; per i componenti della comunità che hanno il dovere di mostrare rispetto ed amore per tutti; per le aziende e per la direzione della comunità marziale che devono permettere a tanti di lavorare e praticare nelle migliori condizioni possibili; per il paese di appartenenza che deve proteggere individui e famiglie. Tutti questi aspetti sono necessari a determinare l'armonia sociale ed ognuno di essi ha le proprie leggi che devono essere seguite ed è basato su precisi principi morali che devono essere rispettati. Gli individui appartengono alla famiglia, la comunità, la società, ecc. e come tali, per realizzarsi, devono svolgere i propri doveri. I doveri sono responsabilità ed obblighi che devono essere adempiuti in una vita onorevole e sono proprio le leggi non scritte dell'onore che governano il dovere. I doveri di un praticante di Arti Marziali sono strettamente connessi al mantenimento dell'integrità del nome della sua Arte. Il nostro dovere fondamentale è contribuire a costruire una forte ed orgogliosa identità dell'Arte da lasciare alle generazioni successive di praticanti. Gli Stili tradizionali di Arti Marziali non sono attività commerciali. Il nostro dovere è supportarne l'elevata qualità e lasciare un'eredità positiva: a tale scopo dobbiamo costruire e gestire un'unica struttura centrale che governi la comunità marziale nello stesso modo in cui un paese è retto da una sola struttura governativa. In tal modo tutti gli istruttori e maestri possono operare coordinatamente assieme "sotto lo stesso tetto" mostrando fedeltà ed incrementando così la reputazione positiva dell'Arte. Dato che gli artisti marziali devono lavorare assieme per rendere più forte la loro Arte è dovere degli istruttori, dei maestri e degli studenti seguire e rispettare le leggi ed i regolamenti stabiliti dall'autorità centrale. Questo deve essere fatto senza riferimenti al proprio ego, operando altruisticamente per il bene della comunità marziale. A tale scopo è necessario che non sia presente competizione tecnica e commerciale tra diverse scuole o maestri della stessa Arte in quanto danneggia solo la reputazione dell'Arte stessa. Semmai una competizione tecnica e commerciale potrebbe essere ammessa tra stili differenti, se questa promuove valori positivi e ne beneficiano entrambe le Arti. Il dovere dei praticanti di un'Arte Marziale è quindi soprattutto lavorare assieme per il bene dell'Arte.

INNAE - Pazienza - Tutti noi abbiamo obiettivi e sogni ma sebbene la maggioranza di noi creda che i propri sogni ed obiettivi siano una parte importante della propria vita solo una minoranza li realizzano: perché ? Il raggiungimento di un obiettivo o la concretizzazione di un sogno richiede diverse cose tra cui sicuramente dedizione e lavoro duro. Il problema fondamentale è che il processo di concretizzazione richiede tempo e ne richiede tanto di più quanto più grande è il sogno. Il fattore tempo e l'andirivieni di alti e bassi tipici della vita umana sono le maggiori forze contrastanti il raggiungimento degli obiettivi personali. Questo è il fondamentale motivo per cui bisogna essere pazienti. La capacità di mantenere focalizzato l'obiettivo nonostante le difficoltà che si incontrano è una delle qualità essenziali per il raggiungimento dello stesso. Nelle Arti Marziali, specificamente, ci sono diverse persone che dicono a se stesse: "voglio diventare una cintura nera" oppure "voglio diventare un maestro" ma poche di loro hanno realmente cognizione di cosa voglia dire in termini di pazienza ed impegno concretizzare tale idea. Questo è dimostrato dallo scarso numero di praticanti che raggiungono tali riconoscimenti in maniera onorevole sotto una stessa Arte. Conoscenza e saggezza richiedono tempo, dedizione e sacrificio. La conoscenza richiede tempo per crescere e divenire saggezza perché senza il necessario tempo per maturare la conoscenza rimane solo informazione ed occupa solo inutilmente spazio nella mente. Per alcune persone è necessario passino decenni o una vita intera affinchè alcune informazioni siano capite e divengano patrimonio di saggezza di un Maestro; in tale frattempo è necessaria pazienza. La verità, oggi, è che su cento qualificate cinture nere solo una raggiunge il vero grado di maestria. Questa statistica è vera soprattutto quando esistono problemi organizzativi nell'Arte. Molti praticanti tecnicamente abili (o meno…) che non hanno la necessaria pazienza per vedersi riconosciuto con onore il grado di maestria, scelgono la scorciatoia di crearsi una propria organizzazione e di autopromuoversi al suo interno. In altri casi tali praticanti studiano differenti video o libri mischiandone i principi e le tecniche per determinare un proprio "stile". Tali creazioni non sono Arti Marziali tradizionali e l'unico risultato che ottengono è quello di distruggere la reputazione delle vere Arti. Non è possibile imparare correttamente un'Arte da un video, ci sono molte piccole cose che vengono perse rispetto all'insegnamento personale. Libri e video possono essere di ausilio alla didattica ma da soli non sono sufficienti. L'insegnamento della filosofia, lo sviluppo del carattere, il controllo dell'energia vitale, lo stato della mente e dello spirito non possono trasparire facilmente da un libro o video. Per guadagnare onorevolmente un grado è necessario che la prova d'esame sia fatta di fronte al fondatore e nel caso l'esaminando risulti meritevole deve essergli fornito un certificato firmato dal fondatore stesso che ne accerti l'onorabilità in pubblico. Naturalmente, questo non dimostra che l'esaminando è un gran lottatore ma assicura che ha sacrificato tempo e soddisfatto requisiti specifici dimostrando dedizione, carattere forte e perseveranza. Un soldato che ha delle lacune tecniche può sopperire con il suo spirito. Questa è Arte e non sport. La cosa importante non è vincere ma come si vive e di quale utilità e beneficio possiamo essere all'umanità tutta. In tutti i sistemi marziali tradizionali, ai loro massimi livelli, lo sforzo dei praticanti è verso la maestria e quando questa esiste non c'è più necessità di pensare o sentire tecniche più o meno "efficaci", esse divengono parte di noi. Riflettete un attimo, siamo nati in una famiglia con dei genitori e prescindendo dal fatto che la cosa ci piacesse o meno dobbiamo portarne il nome fino alla morte. Per coloro che vedono la comunità marziale come un'altra famiglia il discorso è analogo. È nostro dovere impiegare al meglio la conoscenza che abbiamo guadagnato duramente. Naturalmente tutti sono liberi di cambiare Arte e di uscire dalla comunità marziale ma questa azione è disonorevole. In questo testo si sta solo suggerendo il significato di "Jung Do" o via onorevole. Qualsiasi strada prendiate è la vostra e ne avrete male e bene ma scegliete con saggezza e ricordate che l'unico modo per divenire Maestro è avere la dedizione e la pazienza di perdurare in tale obiettivo per una vita intera.

BONGSA - Servizio - Il servizio rende migliore e più forte la famiglia, la comunità, la società, il paese ed il mondo tutto. Ogni persona ha la sua specialità per cui può essere portato di natura o avere lavorato duramente addestrandosi e praticando. In ogni caso, ogni individuo ha qualcosa di speciale e relativamente unico da poter offrire al mondo intero. Naturalmente tali "doni" sono normalmente impiegati per il proprio tornaconto ma esiste un altro modo di impiegarli che è il servizio sociale. Il servizio volontario e gratuito è molto importante per la crescita sociale. I nostri carismi ci sono stati dati soprattutto per riempire degli "spazi" nel mondo e noi dobbiamo fare del nostro meglio per occuparli onorevolmente. L'uso esclusivo ai fini personali permette di migliorare la propria posizione ma non quella del mondo che ci circonda. Questo è il motivo per cui dobbiamo servire gli altri. Le persone hanno il potenziale necessario a guidarsi altruisticamente e con amore prescindendo dalla spinta dei soldi e del guadagno: questo è "servizio volontario". Il servizio verso gli altri può essere fatto perché si crede in Dio, nella famiglia, nella società, nel paese, nell'altruismo in generale, ecc., in ogni caso si aiuta sia se stessi che l'umanità intera. Il servizio nell'Arte Marziale è come quello in famiglia. Se si ama l'Arte ci si aiuta tra praticanti mettendo a disposizione di tutti la propria specialità. Nella comunità marziale, tutte le cinture nere, gli istruttori ed i maestri devono svolgere il servizio altruisticamente per costruire positivamente l'Arte stessa che, in tal modo, verrà rispettata dal pubblico, ammirata ed onorata. Servizio sociale ed altruismo sono grande espressione di nobiltà.

JASHIN – "Fiducia in se stessi" - Perché alcuni individui sono forti ed in grado di affrontare le difficoltà mentre altri sono deboli e privi di sopportazione? Realizzarsi e fare il giusto sono un compito difficile. Sebbene siano necessari diversi aspetti per raggiungere qualcosa di grande come il lavoro duro, la pazienza, la pratica, ecc. la cosa fondamentale è avere dei forti "credo". Essere convinti dei propri credo è necessario per poter continuare ad averli. Questa convinzione è "fiducia in se stessi" e senza di essa è praticamente impossibile perdurare in un obiettivo lottando contro le difficoltà che si incontrano inevitabilmente sulla via. Bisogna avere sentimenti positivi per poter credere in se stessi e realizzarsi perché i sentimenti negativi riducono la fiducia in se stessi annichilendo i risultati delle azioni. La fiducia in se stessi deve essere presente in ogni aspetto della nostra vita: sociale, familiare, personale e soprattutto morale. Come artisti marziali la fiducia in se stessi è di estrema importanza perché si apprendono tecniche pericolose e di conseguenza si assume la responsabilità verso la società di conoscere e giudicare cosa è giusto e cosa sbagliato per una vita onorevole. Se pensiamo di non poter supportare validamente i principi che sono alla base del nostro onore allora siamo veramente deboli e non meritiamo di essere chiamati artisti marziali. Bisogna mantenere una mente positiva e forte al fine di coltivare la nostra realizzazione e la comprensione dei buoni principi. Se si è in grado di gestire tali fattori e si uniscono duro lavoro e pazienza qualsiasi obiettivo è realizzabile.

CHEKIM - Responsabilità - Gli esseri umani commettono errori ed è per questo che la società umana ha sviluppato codici morali e leggi. Inoltre, come componenti di qualsiasi comunità abbiamo delle responsabilità che variano in conseguenza del posto che occupiamo. A prescindere dalla posizione occupata se l'individuo dimentica le sue responsabilità la società intera ne risente. Tali responsabilità corrispondono a dei giuramenti che ognuno di noi fa alla famiglia, alla comunità marziale, al paese, ecc.; violare tali giuramenti, dimenticando le proprie responsabilità, significa comportarsi in maniera poco onorevole. È nostro dovere adempiere alle nostre responsabilità assumendosi sempre l'onere delle proprie azioni. Quando le persone si realizzano compiendo qualcosa di positivo è in genere semplice per loro dire "è merito mio" purtroppo quando invece commettono errori è molto difficile dire la stessa frase. Accettare le proprie responsabilità significa accettare le conseguenze delle proprie azioni e questo in genere è difficile. Gli artisti marziali devono essere responsabili perché la loro conoscenza può causare grossi danni. Una volta apprese le tecniche che possono causare danni agli altri esse non possono essere impiegate a piacimento. È responsabilità degli istruttori e dei maestri di Arti Marziali insegnare le regole morali di comportamento agli allievi e dare l'esempio seguendo tali regole in prima persona. La nostra Arte Marziale ha una filosofia di base, regole e regolamenti che governano la gestione e la qualità della pratica. Maestri ed istruttori devono promettere, mediante un giuramento, fedeltà ai principi dell'Arte identificati da tali regole e filosofia. Purtroppo esistono praticanti che fanno il giuramento e successivamente non accettano le responsabilità che ne conseguono, rompendo, da un punto di vista pratico, il giuramento. A questo punto un allievo con un carattere onorevole e ligio alle regole della scuola prova in genere disagio nel seguire tale istruttore. In definitiva il disonore dell'istruttore finisce per intaccare la forza della comunità marziale, la sua coesione ed il buon nome. Senza le responsabilità morali chiare nella mente una comunità marziale si trasforma presto in una banda di combattenti di strada i quali finiranno per gettare discredito su tutte le Arti Marziali perché il pubblico ignorante nel settore tende a generalizzare i comportamenti. Tenendo chiare le nostre responsabilità abbiamo la possibilità di comportarci onorevolmente e di rafforzare l'identità della nostra Arte.

HYUPDONG - Cooperazione - Uno stuzzicadenti è semplice da rompere ma un centinaio di stuzzicadenti allineati e legati assieme sono molto difficili da spezzare. La cooperazione è necessaria per il miglioramento e la crescita della società umana. Naturalmente la competizione è anche importante ma la cooperazione è indispensabile a lungo termine e per le generazioni successive. Nella vita investiamo tempo e duro lavoro per costruire qualcosa che dopo la morte rimanga agli altri, come un onorevole nome. Tale lavoro, che si tratti della famiglia, di un'azienda, della società, ecc. deve essere svolto collaborando in una comunità. Senza tale collaborazione non è possibile realizzare nulla. Se due persone devono salire una montagna e combattono l'un l'altra salendo, la via è molto dura da percorrere; al contrario se le due persone si aiutano arrivano sicuramente prima alla cima e con minore dispersione di energie. In un'Arte Marziale tradizionale, Maestri, Istruttori ed allievi devono cooperare al fine di mantenere integre tradizioni ed identità dell'Arte stessa. Purtroppo, attualmente, succede spesso che l'individualismo prevalga. Molti operano solo per motivazioni personali come il guadagno e la fama quasi dimenticando l'importanza dell'identità dell'Arte e della comunità marziale cui si appartiene. Se queste azioni continueranno il pubblico smetterà di avere fiducia nelle Arti Marziali tradizionali. Tutte le comunità marziali devono cooperare nel proteggere la tradizione dalle organizzazioni costruite da personaggi privi di onore che pretendono di miscelare tecniche a piacimento al fine di vendere un prodotto appetibile al grande pubblico.

HYODO – Devozione filiale - Noi veniamo da nostro padre e nostra madre che ci hanno generato e cresciuti. I genitori operano altruisticamente sui propri figli esattamente come la pianta di fiori muore e si fa concime per il seme che ha generato. Gli animali lasciano generalmente i propri genitori dopo poco tempo perché imparano presto ad essere autonomi. Le persone, al contrario rimangono deboli ed indifesi per un lungo periodo dopo la nascita. I figli necessitano di attenzioni e cure per molti anni ed i genitori si prendono questa responsabilità. Nell'ordine naturale delle cose lo scopo di questa dipendenza è mostrare all'uomo la necessità della cooperazione e della interrelazione tra individui. Nell'ideogramma cinese per "uomo" vi è una linea singola poggiata su altre, questo a simboleggiare il fatto che le persone non possono vivere da sole. Siccome la natura dei rapporti interpersonali è di tipo genitore-figli noi tutti dobbiamo avere devozione filiale. Un genitore da' tutto per la realizzazione dei figli e questo non solo in termini economici o materiali ma anche in relazione a umanità e morale. Bisogna pensare bene a quanto amore diamo indietro ai nostri genitori ed all'importanza di obbedire loro. Se si seguono gli insegnamenti dei genitori difficilmente si è guidati nella direzione di una vita negativa perché loro vogliono il meglio per i figli. Ricordiamo bene che noi siamo costantemente un esempio infatti noi saremo genitori ed i nostri figli seguiranno il nostro esempio. Se tratteremo bene e con rispetto i nostri genitori i nostri figli tratteranno bene noi perché i figli apprendono in silenzio quello che noi facciamo e non quello che diciamo. I fondamentali principi morali dell'uomo devono essere lealtà e devozione filiale. Il rapporto maestro-allievo nelle Arti Marziali deve essere lo stesso di genitori-figli perché il maestro si occupa di insegnare pericolose tecniche di combattimento e determinanti principi morali. Un maestro non può essere amico di un allievo proprio come un padre non può essere amico del figlio perché altrimenti il rapporto si impoverisce. La giusta relazione permette di identificare bene i doveri di entrambe le parti ed in questo modo una onorevole Arte Marziale può essere tramandata di generazione in generazione come il nome di una famiglia.

JEONGJIK - Onestà - La società umana potrebbe essere meravigliosa se a formarla contribuissero solo menti oneste. Non sarebbero necessarie le leggi, le regole e ci sarebbe grande fiducia tra le persone. La fiducia sarebbe fortemente determinata dal fatto che tutti direbbero la verità. Purtroppo nella realtà dire sempre la verità è difficile anche se a lungo andare è sempre la soluzione migliore. L'onestà richiede in tal senso forza ma bisogna ricordare che seppure la verità sia importante è anche importante la scelta del luogo e del tempo in cui è appropriato riportarla. La scelta di tali elementi dipende dalla saggezza e dalla compassione. Mille bugie non valgono una verità e poi la menzogna agisce su se stessa in quanto una bugia, passando di bocca in bocca, non rimane mai uguale all'originale mentre la verità rimane sempre tale. Nel mondo delle Arti Marziali esistono molti falsi riguardanti gradi, titoli, anni di pratica, ecc.. Nella volontà di guadagnare mercato ci si chiama maestro, istruttori, granmaestri senza che tali titoli siano stati conferiti da alcuno. Molti parlano di lealtà all'Arte che praticano quando loro stessi l'hanno tradita in precedenza. Una volta scelta l'Arte, se rimarrete fedeli, potrete essere rispettati come persone oneste, leali e veritiere ed anche i vostri titoli verranno valutati nello stesso modo.

JUNGDO – La Giusta Via - Nella società umana può esistere la giusta via. Nella vita è possibile scegliere tra diverse vie ma tra queste ne esiste una che risulta in armonia con tutte le cose e che permette di avvicinarsi alla verità. È proprio tale via che dobbiamo sforzarci di scoprire. In tale via si trova, ad esempio, la giusta carriera lavorativa da intraprendere. Se questa viene seguita sarà sempre possibile avere successo, al contrario se ci si sforza di seguire una carriera non consona (ad esempio solo per denaro o presunzione) è come costruire un castello di sabbia vicino alle onde del mare: prima o poi tutto finirà per annichilirsi. La stessa positività dei risultati raggiunti (quello che normalmente viene chiamato grado di successo) deve essere misurato nell'abilità raggiunta di trovare e mantenere la giusta via nella propria vita. Il praticante di Arti Marziali deve conoscere e seguire la sua giusta via. Uno dei principi filosofici del Hwa Rang Do® è "JUNGDO SUHEANG", ossia "seguire la propria giusta via è dovere di ognuno". Ogni Arte Marziale degna di tale nome propone e segue la propria giusta via che si incastra nello stesso programma marziale. Il praticante deve seguire la via (il "DO") della propria Arte rimanendole fedele fino in fondo cercando di capirla profondamente. In tale senso non bisogna fare l'errore di rimanere a cavallo di tante differenti vie pensando che imboccandone una si possa perdere qualcosa. Tutte le giuste vie sono alla fine uguali a patto che si abbia il coraggio e la forza di seguirle fino in fondo. I praticanti possono avere un approccio personale all'Arte ma la variazione delle tecniche deve avvenire solo anni di dura pratica ed è comunque bene insegnare le variazioni separatamente mettendo in evidenza che si tratta di una personalizzazione dovuta a precisi obiettivi. In questo modo si da la possibilità ai nuovi allievi di conoscere le stesse tecniche che il Maestro ha studiato all'inizio per poi consentire l'ulteriore personalizzazione negli anni. La giusta via dell'Arte Marziale è da porre in relazione anche all'organizzazione centrale che regola l'Arte stessa per potere di successione. In tale organizzazione centrale devono esserci Maestri con una lunga esperienza di pratica il cui unico scopo è la longevità dell'Arte. Se questo è vero le leggi ed i regolamenti che l'organizzazione centrale emana, cui tutti i praticanti devono conformarsi, sono una ottima indicazione della giusta via e la riflettono completamente garantendo l'alta qualità della pratica. Esistono dei Maestri che pensano di poter insegnare un'Arte Tradizionale senza rifarsi ai fondatori o ai legittimi eredi di tale responsabilità. Tali praticanti hanno ceduto alla propria spinta personale non considerando che disgregando i rappresentanti dell'Arte finiscono solo per indebolirne l'identità. La spinta personale può essere dovuta alla voglia di guadagnare, al fatto che non ci si riconosce nelle decisioni dei superiori ecc., ma la giusta via è anche umiltà ed obbedienza e questo non è sempre facile. L'organizzazione centrale che ha la responsabilità di guidare un'Arte Marziale non deve essere costruita per il profitto di qualcuno o di un gruppo di persone ma solo per il bene dell'Arte stessa. Piuttosto che preoccuparsi delle incomprensioni, dei contrasti, della voglia di acquisire gradi a tutti i costi, i praticanti dovrebbero avere come primo obiettivo quello di rimanere saldi alla propria identità marziale rinforzando così lo spirito dell'Arte e l'immagine che di essa si ha all'esterno dell'organizzazione. Tutti devono avere "voce" nell'organizzazione, rispettando naturalmente l'ordine di importanza relativo alla durata della pratica, all'onore ed all'apporto che la persona specifica da' ed ha dato all'Arte. Naturalmente il "posto di riguardo" nell'organizzazione non deve essere un obiettivo per nessuno. Operando il bene dell'Arte "miglioriamo l'energia positiva dell'universo" e questo deve essere l'unico grande obiettivo che ci dobbiamo porre.

JUNGSHIN – Lo Spirito - La società umana necessita di spiriti positivi. Lo spirito positivo e la giusta attitudine al lavoro sono la base per costruire qualsiasi cosa. Positivo o negativo, lo spirito che è alla base della mentalità di una persona ne determina i risultati delle azioni. Il figlio che aiuta il genitore nel curare i campi, con uno spirito positivo, pensa di lavorare per la famiglia aumentandone il benessere attraverso i frutti che potranno essere raccolti. Con uno spirito negativo lo stesso figlio pensa di essere solo sfruttato come uno schiavo. Una persona positiva che entra in un qualsiasi gruppo opera sicuramente per il bene della collettività. I due scalatori che devono raggiungere la cima della montagna possono riuscire nell'impresa solo se hanno uno spirito positivo. Uno spirito negativo porta i due scalatori a vedersi in competizione danneggiandosi a vicenda. Comprendere e sentire la forza di questa virtù aiuta a conoscere la positività dello spirito: amore, perdono, obbedienza, cortesia, rispetto, fiducia, onore, lealtà, dignità, verità, dovere, giustizia, bontà, virtù, coraggio, pazienza, servizio, responsabilità, devozione filiale ed umanità. Nelle Arti Marziali, se il Maestro segue una via negativa l'allievo ha la responsabilità di comprendere il fatto e quindi non accondiscendere alle sue azioni. Il dovere di proteggere l'Arte e preservarla onorevolmente è infatti di tutti i praticanti e non solo degli insegnanti. Le tecniche di combattimento dell'Arte praticata non sono tutto. Esse sono solo un mezzo per lo sviluppo del carattere e del spirito. Comprese le tecniche marziali si deve capire la fragilità umana. Bisogna capire che la vita è un regalo molto speciale ed è pieno di opportunità: questa è positività. Il praticante marziale che unisce tale spirito alle tecniche acquisite può agire positivamente ed aiutare così la propria Arte e la società nella quale vive.

HUNSHIN - Altruismo - Gli esseri umani non esistono e sopravvivono solo grazie a loro stessi. Questo a causa del naturale ordine delle cose imposto da Um e Yang per l'intero universo. Esiste una armonia di fondo tra le parti maschio e femmina, tra figli e genitori, tra amici, tra famiglie, tra paesi e differenti società, ecc.. Il mutuo rispetto e la cooperazione assicurano la sopravvivenza dell'umanità. Se tutti pensassero sempre e solo a se stessi la società umana non esisterebbe. Purtroppo questa stessa società, attualmente, sembra voler dimenticare questo principio base di moralità e "compassione" per gli altri. Pensare a se stessi può essere temporaneamente e localmente fruttuoso ma se un figlio non pensa ai propri genitori quando questi sono invecchiati cosa potranno fare quest'ultimi ? se moglie e marito non si danno l'un l'altro gratuitamente che senso ha il loro matrimonio? Se i membri di un gruppo pensano solo a loro stessi perché il gruppo deve esistere? L'egoismo distrugge il mondo eppure molti meccanismi moderni sembrano basati esclusivamente su tale principio (si pensi all'economia). I praticanti di Arti Marziali devono capire l'importanza delle azioni altruiste. Le conoscenze tecniche dell'Arte scelta vengono dal fondatore che a sua volta le ha ricevute da altri maestri e così via di generazione in generazione. Ogni volta che un praticante diviene insegnante inizia a comprendere l'altruismo di questo passaggio di conoscenza. Il mondo richiede buoni insegnanti che possano guidare gli allievi sulla giusta via. Gli insegnanti influenzano l'eternità infatti quale migliore servizio si può fornire all'umanità se non quello di creare una via positiva in cui i giovani possano identificarsi in modo da preservare i valori antichi e tradizionali di amore, rispetto ed onore ? gli effetti di tale insegnamento attraversano il tempo.

GONGBU - Studio - L'umanità richiede conoscenza. In particolare ci sono diversi campi di studio che possono essere di grande aiuto per la società umana: filosofici, morali, scientifici, sociali, artistici, ecc.. Un proverbio dice "MUN MU IL DO" ossia un buon guerriero può sviluppare le sue qualità solo studiando assieme elementi accademici e tecniche marziali. Un altro dice "JEONGSHIN ILDO HASA BULSEONG", ossia ad uno studioso che abbia concentrazione mentale nulla è impossibile. Lo studio delle Arti Marziali richiede pazienza e forti valori morali di base. Tutte le Arti Marziali sono orgogliose delle loro tecniche ma nessuno può affermare che il proprio stile è il migliore perché ogni stile è adattato a certe situazioni o metodi di azione. Naturalmente il livello di studio e pratica varia da individuo ad individuo ed anche se molte Arti Marziali hanno tecniche similari a livello elementare differiscono poi anche notevolmente ad alto livello. Attualmente è di moda studiare differenti stili senza approfondirne nessuno (è difficile approfondire uno stile se se ne studiano contemporaneamente molti). Tale studio assomiglia a lambire la superficie di un cocomero senza assaporarne la polpa, in pratica non se ne può apprezzare il vero sapore. Bisogna praticare duro e non mentirsi sul periodo di pratica. Alcune persone dicono di aver praticato per anni quando invece hanno seguito solo due lezioni la settimana. Altre invece, pur avendo praticato per pochi anni, hanno studiato 6 giorni la settimana. Nelle Arti Marziali ci sono a tale proposito dei gradi che devono essere comunque certificati (organizzazione, luogo, data ed esaminatori…). Tutto quello che il praticante deve fare è studiare duramente cercando di migliorare come persona ed artista marziale.