sport, arte o via marziale?

In uno sport marziale l'obiettivo fondamentale della pratica è il gesto atletico marziale, di qualsiasi tipo esso sia (es. calci, pugni, lotta, forme, ecc.), l'insegnante è praticamente un allenatore e l'aspetto mentale e della disciplina viene sviluppato limitatamente ai risultati che può produrre sulla bontà del gesto atletico stesso (ho infatti avuto occasione di vedere la disciplina in corsi seri di ginnastica artistica e danza classica e devo dire che è impressionante).

In un'Arte Marziale l'obiettivo fondamentale è il praticante e la sua crescita fisica, mentale e spirituale nello specifico settore della marzialità, ossia nel combattimento, in ogni sua accezione (es. affrontare un avversario per difendersi, affrontare i propri problemi nella vita, ecc.). L'insegnante è una guida e non solo un allenatore, ossia si propone come esempio di vita e non solo come esempio di atleta marziale. L'aspetto mentale e la disciplina assurgono alla stessa importanza del gesto atletico.
In particolare un'Arte Marziale tradizionale ha precise radici storiche e geografiche che determinano una precisa etichetta di comportamento (es. certi tipi di inchini, l'impiego di certi termini, vestiti, ecc.) e che richiedono lo studio oltre che dell'aspetto marziale anche di quello tradizionale (storia, cultura, alimentazione, medicina, ecc.) dell'area di origine.

Di conseguenza per uno sportivo marziale non è scontato seguire una determinata etichetta comportamentale, nè in palestra, nè con il proprio insegnante. Risulta invece determinante la propria prestazione fisica, ad esempio un ottimo stato di salute, di tonicità muscolare, un certo numero di vittorie in gara qualora vi si partecipi, un ottimo ritmo cardiaco di base, riflessi ben condizionati, ecc.

Per un artista marziale è invece molto più importante la completezza della propria preparazione piuttosto che la singola prestazione. Ad esempio è determinante raggiungere un discreto stato di equilibrio psico-fisico che permetta di stare mediamente calmi e pronti ad ogni evenienza, in ogni momento della propria vita. Al contrario avere i muscoli sempre al massimo delle prestazioni, per quanto ottimo obiettivo, non è primario come lo è invece mantenere una lucidità mentale ed una tonicità muscolare tali da poter garantire sempre una grande capacità di reazione agli stimoli esterni (contrariamente a quanto si può credere la capacità di reagire prontamente agli stimoli non è necessariamente correlata ad una muscolatura da atleta).

Per finire un'altra conseguenza da sottolineare è il senso di appartenenza. Un artista marziale ha un elevato senso di appartenenza alla propria arte marziale proprio in quanto quest'ultima ne identifica i comportamenti non solo come atleta ma anche come persona nella vita di tutti i giorni. Lo sport marziale, quando l'allenatore non prevede specifiche e studiate contromisure, tende sfortunatamente ad alimentare l'ego dell'atleta ed a determinarne un certo individualismo.

In definitiva è bene che esistano sia sport che arti marziali in maniera tale che ognuno possa scegliere la sua strada ma è necessario capirne la differenza. Il Hwa Rang Do® è un'Arte Marziale tradizionale coreana per cui si attiene rigidamente all'etichetta ed ai metodi di insegnamento provenienti dall'antica Corea. Tale Arte però è stata riservata solo alle cinture nere perchè spesso è di difficile comprensione per i neofiti. Il Tae Soo Do® è stato codificato come sistema moderno più "leggero" che comprende anche diversi sport marziali al suo interno per soddisfare e stimolare lo spirito competitivo.

Il Gran Master Taejoon Lee (Kuk Sa Nim, HRD 8° dan) tiene a definire un altro livello oltre sport ed arti marziali. Egli infatti dice che quando l'Arte Marziale è entrata a fondo in corpo, mente e spirito del praticante ha più senso parlare di "martial way" ossia di Via Marziale di vita.

Personalmente aderisco totalmente a questa visione e penso che sport, arte e via marziali rappresentino, nell'ordine, il corretto senso di evoluzione che un buon studente marziale dovrebbe avere nella sua vita: Sport, Gioco e Competizioni da giovane, Arte da praticante maturo e Via di vita fino alla fine dei propri giorni.


l'ideogramma di via

Il "Do", la "Via", il "Dao" o "Tao", ecc.

Tanti nomi che indicano un concetto interamente rappresentato dall'ideogramma che lo rappresenta (lingua cinese, che per gli orientali è come il latino per noi europei, una lingua dotta, soprattutto nello scritto).

L'ideogramma "Do" è formato da un discepolo che segue una persona onorevole di alto grado (un maestro) lungo una via non necessariamente dritta.

Nel senso orientale, quindi, per esserci una Via non basta che ci sia un concetto che la rappresenti (si pensi alle correnti filosofiche) ma devono esserci degli allievi che seguono dei maestri.

l'importanza dei termini

In questa pagina vorrei sottoporvi la differenza, non sempre nota e/o compresa, tra Sport Marziale ed Arte Marziale tradizionale.

I termini sembrano poco importanti ad una superficiale analisi delle cose ma dobbiamo tutti ricordare che nella moderna società gran parte di quello che scegliamo di fare è guidato da termini e concetti che vi colleghiamo mentre sempre meno è guidato dall'esperienza diretta sulle cose.