Il ritardo mentale (1)
Al di là delle definizioni scientifiche, mi preme porre all'attenzione del lettore come "funziona" il ritardo mentale che è "una condizione di vita" la quale ha a che fare con un disturbo dello sviluppo neurologico.
Quando si parla di "condizione" ci si può ricondurre a delle metafore che possono rendere limpido il concetto. Immaginiamo un autoveicolo con le ruote lisce, con la frizione da rifare e le pasticche dei freni quasi finite. La condizione dell'auto appena descritta è pessima. E' possibile impiegarla per viaggi relativamente brevi, per lavori di casa come portare la legna o materiali, quando piove bisogna stare attentissimi a frenare, ecc. Eppure quell'auto può avere per noi un valore affettivo e pratico enorme dati sia dal legame che abbiamo con lei che per la nostra capacità di esaltare le sue possibilità che non vanno mai sottovalutate.
Un'altra interessante metafora può essere quella di un edificio con un "difetto strutturale". Ad esempio un solaio gettato con cemento povero o inadeguato. Per prima cosa è importante accorgersi del fatto che è pericolante, bisogna prendere coscienza del suo stato. Capire che non si può usare per ballarci sopra in 50 persone. Stabilire un rapporto con il solaio che non esclude le sue funzionalità ma tiene conto dei suoi limiti e quindi opera nel senso di creare puntelli di legno o cemento per rafforzarlo costantemente.
Alla luce del fatto che tutta la nostra società è basata su rapporti umani, che anche la persona più isolata deve necessariamente relazionarsi con altri prima o poi, il concetto chiave del ritardo mentale è come esso si relazioni con gli altri. Un rapporto armonioso basato sull'affetto e sul credere che si possa migliorare, sempre tenendo conto realmente dello stato delle cose e dei limiti implicati, porta a dei risultati enormi, buoni per tutti.
Veniamo al dunque - quali sono alcune cose che "non funzionano" nel ritardo mentale?
L'orientamento spaziale: ci sono difficoltà nel capire dove si trova un luogo, come arrivarci, cosa sia un itinerario. Un luogo è un concetto astratto molto complicato, implica una conoscenza pregressa di molte cose. Se dico "cucina di casa" nella mente vengono richiamati in automatico tantissime cose: la casa, la sua figura, la strada per arrivarci, dove siamo adesso, la struttura della casa e come ci muoviamo al suo interno, gli odori, il cibo, le emozioni, ecc. Qualora il luogo sia predeterminato e praticabile in autonomia esso diviene meno astratto. Se sono in sala e dico "vai in cucina" non è necessario invocare molti concetti e nemmeno costruire un itinerario per cui questa individuazione dei luoghi è possibile ma se sono fuori casa, a km di distanza da casa lo stesso concetto sfugge. Allo stesso modo, pur stando in casa, se dico "vai a prendere lo zucchero" il concetto di andare in cucina e quindi dare una collocazione spaziale alla richiesta sfugge anch'esso.
L'orientamento temporale: se dico "tra due giorni andiamo in gita" questo ha scarso significato in quanto il tempo è un concetto anch'esso fortemente astratto. Qual'è la differenza tra 2 o 3 o 7 giorni? dipende dalle nostre esperienze su tali misure e dalle nostre aspettative. Due forchette, due pantaloni, due scarpe, ecc. vengono considerate quantità molte relative, non molto definite, figuriamoci con il tempo (che dopotutto è relativo per qualsiasi persona). Anche "domani" è difficile da comprendere. Qualora invece il tempo sia predeterminato, ossia costruito mediante punti di riferimento semplici e ricorrenti, è possibile farne uso. Quindi "dopo pranzo giochiamo a carte" o "dopo cena guardiamo la TV" possono facilmente essere compresi.
Sia in relazione all'orientamento spaziale che temporale è possibile apprendere e migliorare. Uno dei comportamenti cui tale apprendimento fa riferimento è quello adattivo. La ripetizione nel tempo e nello spazio di determinate azioni porta ad adattarsi ad esse creando tempi e spazi specificamente individuati anche se universalmente non collocati. Se ad esempio tutti i martedì c'è la lezione di Hwa Rang Do il concetto "martedì andrò a Hwa Rang Do" è assimilabile anche se determinerà la domanda continua: "quando è martedì?" e la risposta "tra qualche giorno" assumerà un senso di attesa comprensibile ma non definito come quantità o misura perchè in assoluto cosa sia "martedì" ancora sfugge... è il giorno in cui si fa Hwa Rang Do!
L'orologio e la mappa, intesi come misuratori del tempo e dello spazio non trovano grande utilità nel ritardo mentale. Questo in quanto il "pensiero formale / astratto" non è ben assimilato e nemmeno si correla bene con le azioni. Al contrario le attività, le azioni, la fatica, ecc. sono invece ben compresi.
Continua...
Gualtiero Montesi, autore del presente appunto e referente della ONLUS SaveTheDreams per i rapporti e le attività con il Hwa Rang Do, è il papà di uno dei nostri studenti disabili di Hwa Rang Do presso la Congregazione dei Servi della Carità, dell’Opera Don Guanella a Roma.