Del Desiderio
Tenteremo, ora, di mettere in evidenza un aspetto psichico delle persone che vivono la condizione di disturbo dello sviluppo intellettivo che, in realtà, riguarda tutte le persone, indipendentemente dal loro stato fisico e mentale: il desiderio.
Il desiderio è sicuramente alla base di molti degli atti che compiamo tutti i giorni e dei pensieri che formiamo continuamente. Si parla in generale di uno stato d'animo nel quale ci si muove in maniera vivace nella direzione di un bisogno, che sia esso fisico, sentimentale, intellettuale, ecc. Lo scopo astratto è (sempre in maniera non troppo dettagliata) possedere, contemplare, sentire, ecc. ossia una forte sensazione che porti ad una qualche forma di appagamento o godimento.
Ciascuno di noi è, come dice J. Lacan (filosofo e psicoanalista francese), sostanza di desiderio ed in tal senso si potrebbe avere l'idea che il desiderio sia sempre davanti a noi come obiettivo trainante (ossia che rappresenti una sorta di oggetto che rincorriamo volendolo afferrare - una carota). Il desiderio, invece, è dietro noi, pronto a spingerci, a pungolarci in modo sistematico verso qualcosa. Non importa quindi l'oggetto che ci sembra rincorrere (e che vediamo e rincorriamo), il desiderio in sè esiste a prescindere da ciò in cui si manifesta. Abbiamo bisogno di desiderare per andare avanti e quindi diamo una forma al desiderio realizzandolo in qualcosa di chiaro e finito (oggetto, sensazioni, ecc.). Si capisce che il desiderio è un ente autonomo quando si vede, nella vita, che il soddisfacimento concreto di un desiderio non corrisponde affatto allo spegnimento del desiderare.
Si rincorre quindi: un televisore nuovo, una persona, una sensazione, ecc. spinti da una pulsione profonda interna. Pulsione di desiderio ed oggetto del desiderio sono ben distinti dalle persone con disabilità intellettiva perchè per sovrapporli come concetto è necessaria una potente elaborazione mentale ed un alto grado di astrazione. Il desiderio di vedere un cielo stellato ed il vedere un cielo stellato sono due atti inconfondibili per un disabile mentale, che creano quindi sensazioni ed emozioni profondamente diverse. Quando il livello di astrazione sale e la mente opera fortemente rielaborando può accadere che il desiderio del cielo ed il cielo si confondano.
La confusione tra oggetto del desiderio e desiderio porta spesso le persone normo-dotate a grandi frustrazioni. Quando studi arti marziali e devi imparare una tecnica specifica, ad esempio un pugno dritto, la alleni ma con l'idea di soddisfare il desiderio di fare tecniche molto più complesse in futuro. In questo modo l'oggetto del desiderio (il pugno) ed il desiderio (fare tecniche belle e complesse) si confondono e se non si riesce a lanciare bene un semplice pugno si può arrivare all'idea di non essere in grado di imparare ulteriori tecniche complicate in futuro (frustrazione).
Le persone con disabilità mentali ci insegnano che un pugno è semplicemente un pugno e va curato per quello che è, non per il desiderio che può rappresentare. Molti degli studenti di Hwa Rang Do disabili al Don Guanella desiderano divenire maestri di arti marziali (e lo dicono apertamente e con estrema soddisfazione e desiderio) ma distinguono molto bene l'apprendimento della singola tecnica dal desiderio di divenire maestri. Questa distinzione è raccomandata a tutti e rappresenta il modo buono di confrontarsi con l'apprendimento e lo studio. Il Hwa Rang Do esalta questo aspetto insegnando la pazienza ed il: affronta tutto un passo alla volta! Dice infatti il Fondatore Joo Bang Lee: "Come può una persona mangiare un'intera mucca?" e la risposta è semplice: "un boccone alla volta...". Se mentre fai un boccone pensi insistentemente al boccone successivo con il desiderio frenetico di mangiare tutta la mucca il risultato è banale: stai male e smetti di mangiare.
Gualtiero Montesi, autore del presente appunto e referente della ONLUS SaveTheDreams per i rapporti e le attività con il Hwa Rang Do, è il papà di uno dei nostri studenti disabili di Hwa Rang Do presso la Congregazione dei Servi della Carità, dell’Opera Don Guanella a Roma.