Il contatto
Chi vive la condizione di disturbo intellettivo, vive il dispiacere di non essere toccato, di essere evitato, di percepire gli occhi di qualcuno distolti dai suoi, di essere considerato benevolmente non per ciò che è ma per ciò che rappresenta. Le persone attorno si relazionano non necessariamente con la persona disabile ma con "un disabile". Questa differenza è sostanziale perchè si tratta di una relazione anonima che non coinvolge direttamente chi ne è parte.
Il disabile raramente viene guidato nelle scelte che potrebbe fare quanto piuttosto viene condotto, accompagnato, a decidere qualcosa che in massima parte è già stata studiata per la sua situazione. Le sue parole sono spesso considerate superficiali e quindi nella discussione, sebbene parli in qualche modo, rischia di essere inascoltato.
Eppure la persona, l'identità, l'essere, sono intatti, le aspirazioni sono intatte, i desideri sono vivi ed una consapevolezza comunque esiste.
Il Hwa Rang Do® considera questi ragazzi come pieni artefici della loro pratica marziale. Essi non sono evitati, percepiscono gli occhi degli insegnanti diretti nei loro, vengono richiesti di valutare e decidere, di reagire alle situazioni e come tutti gli altri vengono guidati e non accompagnati nella direzione che condividono. Proprio per motivi di questo tipo essi vengono sottoposti ad esami di cintura del loro apprendimento marziale esattamente come in qualsiasi corso e si richiede loro molto, tanta precisione e concentrazione e mai si evita di bocciarli se sbagliano o non hanno appreso tutto ciò che competeva al loro grado in maniera corretta. Quella che si concede a loro è una verità che li riguarda direttamente come persone e non un supporto o una comprensione che li riguarda come categoria.
Gualtiero Montesi, autore del presente appunto e referente della ONLUS SaveTheDreams per i rapporti e le attività con il Hwa Rang Do, è il papà di uno dei nostri studenti disabili di Hwa Rang Do presso la Congregazione dei Servi della Carità, dell’Opera Don Guanella a Roma.