Forme, Pieni e Vuoti
Nella quarta puntata di questi articoli metteremo in evidenza la difficoltà di riempire qualcosa o l'incapacità di comprendere l'ampiezza dei volumi. A tale idea correleremo qualcosa per la nostra vita di tutti i giorni.
Se si chiede ad una persona con disturbo del neuro-sviluppo di riempire una scatola con delle biglie, essa in genere esegue correttamente il compito a patto che le biglie abbiano tutte la stessa dimensione. Lo stesso discorso può valere per il riempimento della scatola con altri materiali, magari un po' più irregolari. Ad esempio riempire la scatola con dei sassi (anche non perfettamente uguali nella forma tra loro) può essere svolto abbastanza agevolmente purchè ad occhio risultino più o meno della stessa dimensione (e quindi sostanzialmente equivalenti).
Si vada ora a supporre di avere una scatola di dimensione regolare (es. rettangolare) e del materiale in grado di riempirla perfettamente ma ad incastro di pezzi evidentemente diversi tra loro in forma e dimensione. Una persona con ritardo mentale ha di solito difficoltà nell'inquadrare la procedura da attuare perchè l'obiettivo finale di riempire perfettamente la scatola non prevede una sequenza immediata di attività identiche tra loro ma il preventivo "calcolo" di una strategia per arrivare a quello che è un target complesso.
Questa disfunzionalità abbastanza comprensibile (io ho sempre avuto difficoltà a ricostruire un puzzle...) può essere superata da un'operazione di classificazione delle forme dei materiali di riempimento. Il gruppo globale di materiali può essere suddiviso, infatti, in gruppetti di materiali assimilabili tra loro per forma e dimensione. Da cui la procedura di riempimento potrà essere mutuata nel riempire con pezzi di forma e dimensione adeguati gli spazi che via-via andranno a formarsi mentre il materiale viene posto nella scatola (non si affronta in blocco il target complesso di riempire tutto il vuoto della scatola ma dei sub-target più semplici).
In questo processo di classificazione del materiale di riempimento in sotto-gruppi si può vedere quanto nel ritardo mentale abbia prevalenza la forma ed il pieno rispetto allo spazio vuoto ed al vuoto in generale. Il vuoto e l'assenza sono forme molto astratte di ragionamento su cui le persone basano gran parte della loro esistenza e delle loro frustrazioni. Ci si preoccupa, infatti e ad esempio: del tempo libero, della propria libertà d'azione, delle proprie possibilità di fare o non fare, delle proprie possibilità di crescita, ecc. ma raramente, prima di questo, si ha una chiara idea di: cosa fare nel tempo non libero, quali sono i propri doveri, cosa effettivamente si sa fare o meno, in quale direzione crescere, ecc.
Quando si riempie una lavatrice o una lavastoviglie la massima attenzione va a come impiegare bene il vuoto dell'elettrodomestico e non a quale forma assuma la camicia o quale forma abbia il bicchiere in quel contesto. Tutta questa attenzione al vuoto è origine di grande frustrazione perchè implica un grande lavoro mentale. Trovare maggiore equilibrio tra pieno e vuoto è uno dei migliori modi per raggiungere una migliorata calma ed essere, per assurdo, più efficienti nelle proprie attività.
Gualtiero Montesi, autore del presente appunto e referente della ONLUS SaveTheDreams per i rapporti e le attività con il Hwa Rang Do, è il papà di uno dei nostri studenti disabili di Hwa Rang Do presso la Congregazione dei Servi della Carità, dell’Opera Don Guanella a Roma.